Eco Italia: un “modello” per l’IMO
Dallo scorso
5 marzo, un modello in scala della nave Eco Italia donato dal Gruppo
Grimaldi è esposto nel quartier generale di Londra dell’IMO (Organizzazione
Marittima Internazionale). E certamente non solo in virtù del suo valore ornamentale:
la nave è tra le 14 ro-ro appartenenti alla rivoluzionaria classe GG5G, capaci
in ogni viaggio di trasportare il doppio del carico – oltre 500 trailer –
generando la metà delle emissioni di CO2 per unità di carico
rispetto alle unità della precedente generazione, o sei volte in meno se
comparate con navi costruite vent’anni fa. Questi significativi benefici per
l’ambiente sono il risultato della combinazione delle numerose soluzioni
tecnologiche altamente innovative installate a bordo, e sono già valsi alla
classe GG5G numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Da ultimo, proprio
l’IMO ha definito le navi “Eco” come “un modello significativo nel cammino
verso la decarbonizzazione del trasporto marittimo”.
È la prima
volta che una nave del Gruppo Grimaldi viene esposta in via permanente presso
la sede dell’agenzia ONU: ad aggiungere prestigio all’avvenimento, la folta partecipazione
istituzionale durante la consegna del modellino al Segretario Generale dell’IMO,
Arsenio Dominguez, da parte dell’Amministratore Delegato del gruppo
armatoriale partenopeo Emanuele Grimaldi, alla presenza di Inigo
Lambertini, Ambasciatore d'Italia nel Regno Unito e Rappresentante
Permanente dell'Italia presso l'IMO, e Nicola Carlone, Comandante
Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e della Guardia Costiera.
La breve
cerimonia di consegna è stata l’occasione per ribadire l’importanza
dell’ammodernamento delle flotte mondiali per la decarbonizzazione dello
shipping, di cui la classe GG5G è certamente un esempio eccellente, e che può e
deve essere facilitata su più vasta scala da misure internazionali come quella
recentemente presentata proprio all’IMO dall’ICS (International Chamber of
Shipping), presieduta dallo stesso Emanuele Grimaldi: uno schema globale di
tipo “fund&reward” che prevedrebbe la creazione di un fondo IMO per la
transizione energetica, alimentato dalle compagnie armatoriali in base alle
emissioni di CO2 prodotte dalle proprie navi, da utilizzare da un
lato per ridurre il divario di costo tra i nuovi carburanti green e quelli
convenzionali, fornendo alle compagnie che sceglieranno di utilizzare i primi ricompense
economiche proporzionate alle emissioni di gas serra così risparmiate, e dall’altro
per aiutare la transizione energetica nei Paesi in via di sviluppo.